1979 un numero, un titolo, un ricordo, cosa sarà mai?
They’re not sure just whats we have in store
Morphine city slippin’ dues down to see
that we dont’ even care as restless as we are
we fell the pull in the land of a thousand guilts
and poured cement, lamented and assured
to the lights and towns below
faster than the speed of sound
faster than we thought we’d go
beneath the sound of hope
Justine never knew the rules
hung down with the freaks and the ghouls
no apologies ever need be made.
Osservo le foto, qualche biglietto di concerti visti, ricordi, pezzi di vita non miei, immagini, pensieri,
malinconia.
Ok apri you tube, hai capito no?
Vado a letto, in un letto non mio, volto lo sguardo, la sua foto è li che mi guarda, che figo su quella
bici, chissà chi lo avrà fotografato, sta proprio bene, sorride, indossa gli occhiali da sole, chissà che
anno era? Le prime stagioni in costa come ormeggiatore? Quanti anni sono passati? Mi sembra così
fiero, così libero, così se stesso. Lo immagino a suo agio, in ogni occasione, in ogni contesto, lo vedo
deciso, sicuro, oggi sono qui, domani sarò là, perché dovrei fermarmi? Chi mi darà un’altra possibilità?
Posto fisso? Ufficio? Dipendente statale? Perché questa punizione? Cosa mi dovrebbe rendere felice?
Una sicurezza? Quale? Quella di avere 15 giorni liberi all’anno? Più che una sicurezza sembra una
condanna a vita. Voi siete pazzi. Anzi no, non lo siete, voi siete liberi di scegliere, io scelgo, non scelgo
le catene. Quella voglia di vivere, quella voglia che c’era allora,chissà dov’è, dove l’avete nascosta?
Non vi giudico, sia chiaro, quello che piace a voi, sono libero di non farlo piacere a me, non devo
accontentare nessuno al di fuori di me stesso.
È proprio figo in quella foto.
Mi volto a destra, lui sorride è più piccolo, forse si trova nella valle della luna? Forse no. Mi manca,
conto i mesi che mi separano dall’estate per rivederlo, per respirare da lui quella voglia di vita che
intorno a me manca, quella voglia di impegnarsi nelle battaglie scelte da lui, non dagli altri per lui.
Voglio ascoltare quella voce, ho voglia di sentire quelle parole serene, quel desiderio di scoprire, quel
more is less, quel il mondo è la mia casa, non per sentito dire, non perché fa figo, ma perché è proprio
così.
Ascolto gli smashing, penso a lui, penso a tutte quelle cassette, quei cd, quei metti pausa riascolta per
tradurre ogni testo, l’inglese è arrivato in quel momento? Bisognava studiarlo per capire quei testi?
Ricordo quell’amico, che all’ultimo festival di Firenze mi disse: ero al bar, prendevo una birra, non
sapevo neanche chi dovesse suonare in quel momento, ero li per ascoltare altro, poi hanno iniziato a
suonare e niente, ci siamo catapultati sotto il palco, che bravi sono?
Bravissimi, rispondo io, lui me li faceva sempre ascoltare.
Sono le 13.30, mi siedo su una panda rossa, è tardi come al solito, è domenica come al solito, ci
aspettano per pranzo, i nostri genitori, i nostri cugini, i nostri zii, nostra nonna, oggi mangeremo pasta
al forno? Porcetto? Cozze? Gamberi? Pesce? Quanti anni sono passati? Quanti anni ho compiuto la
settimana scorsa?
Che hai fatto ieri? Tutto bene, solite cose, anzi no sono andato in quel locale, tu? Io ero a bere là?soliti
discorsi, solite cose, solita musica in sottofondo. Ti prego togli questa roba, fa casino, è rumore. Sono
gli ACDC che dici? Non è rumore. Dai ti prego ho mal di testa toglie questa roba. Ok ascolta questa,
sono gli smashing. Ah bè, questo si che mi piace. Quanto tempo è passato? Quanto mi sono cari quei
momenti?
Chissà come è vivere una vita come la tua, possiamo essere cosi vicini e cosi lontani nello stesso
tempo? Possiamo aver avuto la stessa educazione e aver avuto esigenze così diverse?
Si, possibile.
La seconda quarantena non si dimentica, penso a me, penso a te, inizio in fin dei conti ad invidiare te,
le tue scelte. Mi vedo chiusa, fronte palazzo, colma di ricordi, di speranze. Nella seconda quarantena in
un mese, dopo due anni di vincoli, inizio a vedere la mia vita passare tra le mani, come la sabbia, inizio
a non riuscire più ad afferrare i granelli.
La mia generazione è senza vento, aspetterò, io aspetterò, finché arriverò il mio momento, ma quando?
Omar Pedrini non fa più parte dei Timoria, Renga scrive canzoni d’amore da anni, ma quanto tempo è
passato? Io aspetterò, ma cosa?
Quando arriverà il mio momento?
Ora sono intorno ad un falò, la spiaggia di cala ginepro mi avvolge, c’è freddo, tanto freddo, prendo la
prima e ultima sbronza a mirto della mia vita, Mauro tocca le corde della chitarra, Marta canta, gente
che allegra và, risveglia la città, dormono le fabbriche e in giro ancora io, vivo non lo so, e incontro
anche te che corri a pregare un po' Dio la strada la so, e penso che un tempo quel tempio era mio e mi
chiedo perché, un giorno ho detto addio.
Corro via ma non so sé fuggire o rincorrere qualcosa o forse chi, sono qui e dentro me sangue
impazzito che mi spinge fino a voi, correte di più sognando un futuro così, vi guardo da qui, e penso
quel tempo che campo era mio e mi chiedo perché un giorno ho detto addio.
Certe notti ti senti padrone di un posto che tanto di giorno non c’è, certe notti se sei fortunato bussi alla
porta di chi è come te, davvero stiamo perdendo tutto questo?
Te lo devi sentire dentro, non è una cosa che puoi imparare, quanti sogni in quella testa, quanti pensieri,
quanti rospi stiamo ingogliando, per chi, per cosa?
Una vita da mediano, a recuperar palloni, nato senza i piedi buoni, devi lavorare sui polmoni, una vita
da mediano con dei compiti precisi a coprire certe zone a giocare generosi li, sempre li, li nel mezzo,
finché ce n’hai stai li.
Una vita da mediano che natura non ti ha dato, sempre li, li nel mezzo.
Il 99% di noi sono li, li nel mezzo, aspettando la propria occasione, aspettando il miracolo, ma si sa, il
miracolo non esiste, il miracolo siamo noi e solo noi possiamo essere il miracolo di noi stessi, fare la
scelta giusta, togliere fuori il coraggio, armarci di forza e fare una semplice scelta. Una vita in mezzo o
una vita come protagonisti della nostra esistenza? Passivi, complici, scettici, persi e vagabondi, quando
ci accorgeremo che stiamo sbagliando tutto? Che non abbiamo la seconda possibilità? Il treno non
passa due volte, ma non quello per il posto in banca, non passa due volte quello per la nostra vita. Ne
abbiamo solo una? Ci reincarneremo? Forse, ma nel dubbio meglio viversi questa.
Voglio una vita maleducata, di quelle vite fatte cosi, voglio una vita che se ne frega, che se ne frega d i
tutto si ,voglio una vita che non è mai tardi, di quelle che non dormono mai, voglio una vita di quelle
che non si sa mai.
Ognuno con il suo viaggio, ognuno diverso, ognuno in fondo perso dentro ai fatti suoi.
Forse è l’ultima occasione che ho di essere me stesso, quando ho smesso di studiare per campare di
illusioni sono stato dispiacere di parenti e genitori, vaffanculo, vaffanculo, ma la musica è cattiva è una
fossa di serpenti, per uno che ci arriva quanti sono i fallimenti, mi dicevano hai la faccia da perdente,
mi dispiace non funzioni, vaffanculo. Siamo tutti conformisti travestiti da ribelli.
Un donna donna è sul tavolo, ma arriva un k al turn, che culo per lui, che sfiga per me.
Non sembra un periodo fortunato. Ma questa fortuna dobbiamo continuare ad aspettarla?
Ci stanno esplodendo maledettamente, ma solo nel poker?
Non vi sentite un po' fottuti dalla vita?
Non sarà il buio a far dormire la mi anima
non sarà un foglio pieno di frasi che racconterà
di me come di te, in fondo di molto poi on cambia
lo stesso cielo, stesso mondo con la stessa rabbia
eh già, vorremmo che potessero tutti sentire
le nostri voci e quello che ognuno vorrebbe dire
dobbiamo dare, qualcosa in messo agli altri
dobbiamo stare, uniti ma distanti… Nesli profetico?
KK, tris, è andata bene a noi, per ora.
Non siamo così soli, domani è già qui.
Domani la vita sembra fatta per te e comincia domani.
Buonanotte.
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