La sanità mentale è un'imperfezione. Se non vi è rimasta molta anima, e lo sapete, vi resta ancora dell’anima.
"Compagno di sbronze" di Charles Bukowski
Tempo di lettura: 7 minuti
Non fatevi fuorviare dal titolo, non è solo di sbronze che si parla
in questo libro, anche se di sicuro l’alcol non manca perché, come
ricorda Bukowski, Ubriacarsi era bello [...] mi liberava dall'ovvio, e forse se si riusciva a liberarsi spesso dall'ovvio non si finiva per diventare ovvii.
Ricordo ancora dove e quando comprai questo libro: ero all’aeroporto
Orio al Serio, rientravo da una settimana passata a Istanbul e
attendevo il volo del rientro. Era febbraio 2012. Bukowski mi fece
compagnia per tutta l’attesa del volo, arrivata a casa, avevo già
raggiunto l’ultima pagina.
Di questo libro posso dirvi anzitutto che è assurdo, si assurdo è
il termine giusto. È carico di umorismo feroce, una parodia
sarcastica della società contemporanea. Si divide in venti racconti,
ognuno con un significato ben preciso e per niente scontato.
Vi riporto alcuni dialoghi tratti dal primo racconto, intitolato La macchina strizzafegato, precisando che la citazione non è fedele in quanto taglio alcune parti per agevolarne la lettura. Ci troviamo nell’Agenzia Soddisfatti o Rimborsati, i proprietari, Bagley e Danforth, dialogano tra loro e con alcuni dei loro dipendenti.
Vi riporto alcuni dialoghi tratti dal primo racconto, intitolato La macchina strizzafegato, precisando che la citazione non è fedele in quanto taglio alcune parti per agevolarne la lettura. Ci troviamo nell’Agenzia Soddisfatti o Rimborsati, i proprietari, Bagley e Danforth, dialogano tra loro e con alcuni dei loro dipendenti.
Bagley: “cosa? ti rifiuti di fare un lavoretto?
Herman: “che cazzo mi frega? Mio padre, era del New Jersey, non
ha fatto che sgobbare per tutta la vita e dopo il funerale che
abbiamo pagato coi suoi soldi, lo sapete quanto ci aveva lasciato? 15
centesimi e la fine di una vita che più noiosa non si può.”
Bagley: “ma allora tu non le vuoi una moglie, una famiglia, una
casa, la rispettabilità? Una macchina nuova ogni tre anni?”
Herman: “non ho mica voglia di farmi spolpare, simpaticoni. Non
vorrete mica farmi finire in una gabbia di matti? Chiedo solo di fare
il lavativo io. Che cazzo credete?
Bagley: “Danforth, dai una ripassatina a questo bastardo nella
macchina strizzafegato e assicurati che i morsetti siano ben
stretti!” […] “l’hai già fatto passare per lo
strizzafegato?”
Danfort: “ già due volte! Gli ho tolto tutto il fegato.
Vedrai.”
[…] Bagley ( rivolto ad Herman): “ti piacciono i piedipiatti?”
Herman: “non si chiamano piedipiatti, signore, si chiamano
poliziotti. Loro sono solo le vittime della nostra malvagità anche
se alle volte ci proteggono sparandoci addosso mettendoci in
prigione, picchiandoci e dandoci le multe. Non c’è un solo
piedipiatti che sia cattivo. Volevo dire poliziotto. Ma lo capisce
che se i poliziotti non esistessero dovremmo essere noi a farci
carico della legge?”
Bagley: “ e cosa accadrebbe?”
Herman: “non ci ho mai pensato signore”
Bagley: “ eccellente. Credi in Dio, tu?”
Herman: “ma certamente, signore, in Dio, nella famiglia, nello
Stato, nella Nazione e nel lavoro onesto”
Bagley: “pensi che sia giusto fare gli straordinari?”
Herman: “oh, certo, signore! Se fosse possibile lavorerei sette
giorni la settimana e se potessi farei il doppio lavoro”
Bagley: “perché?”
Herman: “per via dei soldi, signore. Soldi per il televisore a
colori, automobili nuove, mutuo della casa, pigiama di seta, 2 cani,
rasoio elettrico, assicurazione contro le malattie, per tutti i tipi
di assicurazione e di istruzione universitaria per i miei figli, se
ne avrò, e porte automatiche nel garage e bei vestiti e scarpe da 45
dollari, e macchine fotografiche, orologi da polso, anelli,
lavatrici, frigoriferi, poltrone nuove, letti nuovi, moquette,
elemosine per la chiesa, riscaldamento automatico e...”
Bagley: “d’accordo. Fai punto qui. quand’è che userai tutte
queste cose? Cioè, visto che lavoreresti giorno e notte,
straordinari inclusi, quand’è che potrai goderti tutti questi
lussi?”
Herman: “arriverà il giorno, arriverà il giorno, signore!”
Bagley: “non credi che quelle tue gran sgobbate sia dannose alla
salute e allo spirito, all’anima, se preferisci…?”
Herman: “maledizione, se non lavorassi dalla mattina alla sera ,
passerei il il tempo a bere o a dipingere, o a scopare o andrei al
circo o me ne starei al parco a guardare le anatre. Cose così.”
Bagley: “non credi che sia bello stare al parco a guardare le
anatre?
Herman: “ ma se facessi così non potrei guadagnarmi da vivere,
signore.”
Bagley: “ok. Questo è bell’e pronto Dan, ottimo lavoro. Dagli
il contratto, faglielo firmare, non credo proprio che starà li a
leggere la parte stampata in piccolo. Ormai è convinto che noi siamo
delle brave persone. Fallo trottare fino all’indirizzo. Lo
assumeranno.”
Credete possa bastare come assaggio dell’umorismo sarcastico di
Charles? State correndo in libreria a comprare Compagno di Sbronze
vero? No? Ok allora leggete qua:
Titolo: La politica è come cercare di inculare un gatto
“Caro
signor Bukowski,
perché non scrive mai di politica o di relazioni
internazionali?” M.K.
“Caro
M. K.
A Cosa serve ? Cioè, cosa c’è di nuovo? - lo sanno tutti che
il lardo sta bruciando.”
“[…] la differenza tra democrazie e dittatura è che in
democrazia prima si vota e poi si prendono ordini; in una dittatura
non c’è bisogno di sprecare il tempo andando a votare. […] cos’è
che posso dire a proposito della politica e degli affari
internazionali? La crisi di Berlino, la crisi di Cuba, aeroplani
spia, navi spia, Vietnam, Corea, bombe atomiche perdute, disordini
nelle città americane, fame dell’India, purghe nella Cina
comunista? Ma è brava gente o cattiva gente? Esistono davvero quelli
che non mentono mai e quelli che mentono sempre? Esistono governi
buoni o governi cattivi? No, esistono soltanto governi cattivi e
governi pessimi, è possibile che una notte un lampo di luce e di
calore ci faccia a pezzi mentre scopiamo o ci abbuffiamo o leggiamo
fumetti o incolliamo punti regalo in un libro? La morte istantanea
non è una novità, e nemmeno la morte istantanea di massa è una
novità. Ma noi abbiamo perfezionato il prodotto; abbiamo avuto
secoli di scienza e cultura e scoperte su cui lavorare; le
biblioteche sono grandi e grosse e brulicanti e sovraffollate di
libri; quadri importanti sono in vendita per centinaia di migliaia di
dollari; la medicina ha prodotto i trapianti cardiaci; è impossibile
distinguere tra un uomo passo e un uomo normale che passano per
strada, e improvvisamente ci ritroviamo con la nostra vita, ancora
una volta, nelle mani di idioti. Forse le bombe atomiche non verranno
mai sganciate; forse le bombe atomiche potrebbero venir sganciate.
Ambarabà ci ci co cò.
Adesso, col tuo permesso, caro lettore, vorrei ricominciare ad
occuparmi di puttane e di cavalli e di sbornie, finché c’è tempo.
Se queste cose sono apportatrici di morte, beh, allora, mi sembra che
sia molto meno offensivo essere responsabili della propria morte
piuttosto che di quell’altro genere di morte che vi viene offerta
imbellettata con frasi di Libertà e Democrazia e Umanità e/o un po'
o tutta quella Merda.
Mi rendo conto che non sto esprimendo in questa recensione le mie
capacità di sintesi, però ammetto che mi viene difficile scegliere
qualcosa da farvi leggere, a mio avviso il libro è carico di pagine
da divorare.
“Feci per due volte il giro dell’isolato, passai accanto a 200
persone e non riuscii a vedere un solo essere umano”.
Il finto moralismo della società contemporanea è buttato in pasto
al lettore da Bukowski in maniera quasi imbarazzante; il linguaggio
schietto, feroce, selvaggio, è in grado di far dimenticare ogni
regola di buona educazione. Ogni pensiero, ogni parola sembra essere
la trasposizione scritta dei pensieri dell’autore, non risparmia
nessun dettaglio di ciò che la sua mente gli suggerisce. È
bellissimo. Un viaggio tra follia e realtà dove, a volte, si fa
fatica a distinguere su quale dei due fronti ci troviamo.
Sulla scrittura posso dirvi che non esistono le maiuscole dopo i
punti. Io stessa nel riportare alcune parti del libro sono certa di
non essere stata fedele perché anche il mio programma di scrittura
di rifiuta di scrivere minuscolo dopo il punto.
Tra le recensioni negative al libro, si ci sono anche quelle, trovate
nel web una mi ha colpito in particolare. Vi spiego il perché. Una
ragazza classificava il primo racconto (La macchina strizzafegato di
cui vi ho parlato in apertura) come “inutile” e io giuro che ho
fatto estrema fatica a non commentare la sua recensione rispondendo
che inutile era, forse, il suo modo di leggere. Qualsiasi cosa
potrebbe essere detta su questo scrittore ma non di certo che abbia
scritto cose inutili!
La stessa ragazza o donna, in realtà non so per quale motivo la
immagino ragazza, racconta di questo libro che l’ha disturbata,
arrivando al punto di dichiarare di essersi dovuta fermare nello
scrivere la recensione perché la innervosiva troppo. Il motivo del
disturbo e del nervoso pare siano stati i temi e il linguaggio
utilizzato dal Buk. La diretta interessata non apprezza infatti il
continuo parlare di alcol e di sesso, l’utilizzo indiscriminato di
parolacce e apprezza ancor meno, e questo sembra essere quello che la
innervosisce maggiormente, la figura della donna troppo relegata a
oggetto del desiderio sessuale, vista come fine di soddisfazione dei
piaceri sessuali dell’uomo. Ora, partiamo dal presupposto che non
sono qua nella veste di paladina che difende Charles, però è mai
possibile che si possa leggere un libro e arrivare alla fine senza
capire niente? Si forse è possibile ma a quel punto le strade sono
tre: la prima è quella di rileggere il libro con più attenzione; la
seconda è quella di rivolgersi a qualcuno per farselo spiegare. In
entrambi i casi, dopo aver capito qualcosa, si scrive la recensione,
positiva o negativa che sia, ma consapevole. La terza strada, da
seguire se non si scelgono le prime due, è quella di non scrivere la
recensione, a meno che non si voglia condividere il fatto di non aver
capito niente!
“Io le guardavo le gambe e il culo e pensavo, le donne stupide
sono le chiavate migliori perché le detesti – hanno il dono della
carne e il cervello di una mosca.”
Capisco certo, che vedere il lato oscuro della medaglia non sia
piacevole, però esiste. Inutile fingere che non ci sia. Non esistono
forse le prostitute? Non esistono individui che vedono nella donna un
essere inferiore utile solo per scopare? Se invece che scrivere
“scopare” avessi utilizzato il termine “fini sessuali” il
significato sarebbe cambiato? Non esistono forse persone che vivono
di espedienti? Non esistono forse persone che hanno costruito il loro
vocabolario sulle parolacce? Non esistono forse persone che hanno
dipendenza dall’alcol e conducono una vita quotidiana sregolata?
Non esistono persone violente? Esistono e le vogliamo nascondere?
Facciamo finta che il mondo non sia anche questo? Si, Charles è
ancora attuale e lo sarà a lungo purtroppo o per fortuna.
Racconti di pedofilia, omosessualità, violenza, morte, solitudine,
disagio, promiscuità sessuale. Storie, tante storie che vi
accompagneranno in un breve ed assurdo viaggio. Nel suo parlare in
prima persona Charles crea una sorta di filo diretto tra lui e il
lettore. Charles non condanna nessuno, descrive senza mezzi termini
la realtà della società, la realtà torbida, quella che tende ad
essere nascosta e mal vista, lasciando libero chi legge di giudicare.
Bukowski è più provocatorio che mai in questi racconti. Il suo
stile è inconfondibile e, in questa raccolta, più estremo che mai.
È un testo volgare, crudo, non politicamente corretto e soprattutto,
è un libro feroce. Questo libro vi dovrà lasciare sconvolti.
P.S. Cosa penserebbe la lettrice di cui vi ho parlato prima se
sapesse che il titolo originale dell’opera, dal quale è stata
estrapolata in Italia la raccolta Compagno di Sbronze, è Erections,
Ejaculations, Exhibitions and General Tales of Ordinary Madness?
Lascio a lei la traduzione.
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