Rhino Wars





 È Brent Stirton l’autore della foto vincitrice del Wildlife Photographer of the year 2017 il prestigioso concorso di fotografia naturalistica, arrivato alla sua 53esima edizione. Il Natural History Museum di Londra, organizzatore del concorso, ha infatti proclamato vincitore lo scatto del fotografo sudafricano. L’immagine, vincitrice tra 50 000 scatti provenienti da 92 paesi, immortala uno tra i crimini ambientali più crudeli e superflui. Il protagonista, o sarebbe più corretto dire la vittima, è un rinoceronte della riserva di Hluhluwe Imfolozi (la più antica riserva naturale Africana) il quale è stato ucciso per essere mutilato dei suoi due corni.
Questa foto, carica di tristezza, rabbia, pietà, orrore, accende ancora una volta un faro sul tema del bracconaggio e del traffico illegale di corni. Spesso i rinoceronti, piuttosto che essere abbattuti e poi mutilati, vengono prima narcotizzati e quando si risvegliano si ritrovano agonizzanti senza una parte del loro corpo, asportata spesso con una motosega. Immaginate di essere narcotizzati e svegliarvi senza la faccia! 






 Perché questa crudeltà? Ovviamente per l’unica merce che in tutto il mondo guida le scelte delle persone: i soldi. Il corno del rinoceronte sul mercato nero vale anche 95 000 dollari al chilo (battendo il prezzo della polvere bianca).  
E se l’Africa è la terra da cui attingere la materia prima, i paesi asiatici come Cina, Vietnam, Laos e Thailandia sono gli stati da cui parte la domanda. Secondo la medicina tradizionale cinese infatti il corno di rinoceronte avrebbe funzioni curative contro l’impotenza, l’influenza e, si crede, contro alcuni tumori. Mentre nello Yemen il corno di rinoceronte viene utilizzato come manico della “Jambiya” un tradizionale pugnale. Ma una precisazione è d'obbligo: il corno di rinoceronte è fatto di cheratina, la stessa sostanza di cui sono fatte le nostre unghie e i nostri capelli. 
Questa immagine


per avere questa


I rinoceronti sono comparsi sulla terra circa 40 milioni di anni fa. Oggi, delle 30 specie ne rimangono solo 5 delle quali due vivono in Asia e tre in Africa. La sopravvivenza di questi animali è messa a dura prova dal momento che negli ultimi 50 anni vi è stata una diminuzione della popolazione del 95%. Tra le specie più in pericolo vi è il rinoceronte bianco settentrionale di cui sono rimasti 5 esemplari, 4 femmine e 1 maschio di nome Sudan il quale ha però superato l'età per riprodursi. A rischio vi è poi la specie asiatica del rinoceronte sumatra, di cui rimangono 270 esemplari, che è infatti stata catalogata come in pericolo critico di estinzione. 
A niente, o a poco, sembra servire l’accordo internazionale del 1973 per la salvaguardia delle specie in via d’estinzione, Convention on International Trade in Endangered Species of Wild Fauna and Flora, firmato anche da Cina, SudAfrica, Vietnam, che vieta appunto la vendita di corna di rinoceronte. 
È possibile che ancora nel 2017 queste immagini siano attuali? È possibile che sia questo il mondo che vogliamo lasciare ai nostri figli? È possibile che la mattanza di un animale avvenga a seguito di una domanda che nasce da futili motivi? 
Bisognerà attendere l’estinzione del possente rinoceronte prima di adoperarsi realmente per punire i “macellai” o è possibile cercare di salvaguardare realmente una specie in via d’estinzione a causa dell’uomo? 

N. B. Le immagini utilizzate sono del fotografo Brent Stirton, potete visionare queste, e molte altre, cliccando su questo link


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