Il
17 luglio 2017 Federico avrebbe compiuto 30 anni, avrebbe festeggiato
con i suoi amici, con la sua famiglia, invece è solo e il suo corpo
giace sotto terra. Federico è morto. No. Federico è stato
ammazzato. Il 25 settembre 2005 Federico Aldrovandi muore perché
incontra, sulla strada di ritorno a casa, tre uomini e una donna che
lo picchiano brutalmente. Federico stava “camminando, determinato a
camminare nel suo cammino”, così lo descriverà Anne Marie
Tsagueu, l’unica testimone del caso Aldrovandi. Federico muore a
Ferrara in via dell'ippodromo, ammazzato da quattro persone, da
quattro poliziotti, che lo hanno violentemente aggredito e non lo
hanno soccorso nonostante le sue richieste d’aiuto.
Quella
di Federico è una vicenda triste e spaventosa, drammatica e assurda,
inquietante e orribile. Una vicenda che è diventata pubblica grazie
alla forza della famiglia, la mamma Patrizia, il padre Lino e il
fratello Stefano, e dei loro avvocati. Il
blog www.federicoaldrovandi.it è
stato fondamentale per superare il silenzio della stampa e i
tentativi di archiviazione del caso.
Per
chi non conosce la storia di Federico Aldrovandi, per chi la conosce
e ha voglia di ripercorrerla, per chi quella storia non la
dimenticherà mai, consiglio la visione del documentario di Filippo
Vendemmiati che ripercorre la cupa questione della morte di Federico
e del processo ai quattro poliziotti condannati per eccesso colposo
in omicidio colposo (sono attualmente in servizio).
Lacrime,
rabbia, frustrazione, impotenza, ingiustizia, commozione, fastidio,
tante e troppe emozioni proverete ripercorrendo le tappe del caso
Aldrovandi.
Federico
è morto a 18 anni durante un fermo di polizia, era incensurato,
disarmato e solo davanti a quattro manganelli. La sua morte violenta
è stata scoperta grazie alla testimonianza di una coraggiosa donna
del Camerun che ha deciso di parlare e raccontare l'aggressione a cui
aveva assistito, senza questa testimonianza il caso di Federico
sarebbe stato archiviato come una morte improvvisa lasciando impuniti
i responsabili.
Riflettere
su quanto le persone possano essere violente fa paura. Pensare come
una parte delle forze dell'ordine e dei rappresentanti politici della
società siano in grado di infangare il nome di un morto e offendere
la sua famiglia pur di trovare una giustificazione ad un
comportamento vergognoso è disgustoso. Constatare che la coscienza
non è cosa per tutti è mortificante.
La
storia di Federico deve essere raccontata e ricordata, perché tutti
noi possiamo essere Federico, perché di Federico non ce ne siano
altri, perché la condanna dei quattro agenti è comunque una
sconfitta perché non c’è vittoria davanti alla morte di Aldro.
“Per
chi ne avesse voglia e tempo e non lo avesse mai visto, guardatelo
con calma, senza fretta, pensando di tenere per mano i vostri
(nostri) figli.” Lino Giuliano Aldrovandi
Video
Lo guarderò!
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